News ed Approfondimenti |
Il punto di… APOFDEDICATO A SILVIA ROMANO “Se non c'è strada dentro al cuore degli altri, prima o poi si traccerà” (Ivano Fossati – “Mio fratello che guardi il mondo”) Sei tornata, ma ti abbiamo dimenticata. Ci siamo dimenticati di chi fossi mentre eri lontana e passavi le tue giornate dal destino incerto e imprevedibile, giornate talmente lontane dall’esperienza di tutti noi che nemmeno potevamo pretendere di immaginare. Ci siamo dimenticati di ciò che non potevamo immaginare quando sei finalmente tornata in questo Paese stanco e impaurito, che aveva bisogno di un bersaglio tangibile per distrarsi dal quotidiano timore di un nemico impalpabile: tu, almeno, avevi un nome e un volto, e hai fatto cose che ci siamo sentiti in diritto di commentare. Anche se noi forse questo diritto non ce l’avevamo, perché il tuo ritorno non ha aiutato la nostra consapevolezza: fino al momento della tua comparsa sulla scaletta dell’aereo non esistevi, un attimo dopo eri improvvisamente diventata l’incarnazione di scelte considerate da alcuni sconsiderate e discutibili; e purtroppo questi stanchi tempi privilegiano chi urla le proprie certezze e mettono da parte chi invece le vuole confrontare e discutere. Anche noi sappiamo per esperienza che è sempre più difficile motivare comportamenti di un certo tipo; anche noi percepiamo ogni giorno la crescente necessità di confutare argomentazioni apparentemente inattaccabili proprio per la loro semplicità, la più popolare delle quali è: “c’è tanto dolore qui da noi, perché andare lontano e rischiare di mettersi nei guai, obbligando altri a intervenire per salvarci”? Ecco… in questa semplicistica affermazione si dà un’enorme importanza ai confini: linee sul terreno create dall’uomo che diventano un parametro su cui classificare il dolore (altra creazione dell’uomo, almeno per quanto riguarda quello di cui si occupano tante ONG e ONLUS). C’è un dolore più meritevole di essere lenito perché all’interno di certe linee arbitrarie e c’è un dolore che può continuare a prosperare perché si sviluppa dentro linee lontane e non sembra contribuire ad alimentare la nostra sensazione di disagio di fronte a vessazioni e ingiustizie. Ti abbiamo dimenticata perché abbiamo dimenticato che il dolore (come del resto i virus, tanto per restare nell’attualità) non riconosce nei confini qualcosa sulla base dei quale decidere di agire o meno. Riconosciamo il tuo diritto ad averlo voluto affrontare dove ti sei sentita più motivata a farlo; ci sarà tempo per discutere e capire se e come si sarebbe potuto evitare il tuo spaventoso epilogo. Ora che sei ritornata a casa, vogliamo riportarti alla nostra memoria come una persona che ha fatto del non avere nemici una ragione per vivere, così come ci piacerebbe fronteggiare insieme a te coloro che, al contrario, riescono a vivere solo circondandosi di nemici. Una toccata di gomito da tutti noi, come si usa in questa nuova epoca. Il Consiglio Direttivo di APOF NEWS sui progetti in TanzaniaNel 2017 abbiamo ricevuto una richiesta di aiuto da Padre Sandro del Consolata Hospital di Ikonda, in Tanzania. I Missionari della Consolata fondarono l’ospedale nel 1963 in una regione remota e povera come quella di Njombe, con un territorio prevalentemente montuoso situato su un altopiano ad oltre 2000 metri di altezza. Le patologie presenti sono molte: l’HIV-AIDS è un vero dramma che priva la regione di forze giovani e preparate, spoglia le famiglie di genitori, lascia miriadi di orfani e rompe il tessuto sociale. Non c’è la malaria ma ci sono molti casi di tubercolosi e cominciano purtroppo ad assumere rilevanza le malattie di interesse oncologico: il carcinoma della cervice uterina, legato al virus HPV colpisce moltissime donne. L’ospedale fornisce assistenza sanitaria e promuove l’accesso alle cure per le persone indigenti dedicandosi soprattutto ai bambini, alle donne ed ai pazienti affetti da malattie croniche. L’intero complesso occupa un’area di 60 ettari e comprende diverse strutture, tra le quali il reparto maternità, che garantisce alle madri e ai loro bambini un parto sicuro, cure neonatali di alta qualità e tutto ciò che occorre perché il momento della nascita sia davvero un lieto evento. A causa della grande distanza tra i villaggi e l’ospedale e delle pessime condizioni delle strade, i Missionari della Consolata hanno costruito una struttura per permettere alle madri in procinto di partorire di poter soggiornare vicino al reparto maternità. Il Consolata Hospital è uno dei pochissimi ospedali a possedere una TAC e una risonanza magnetica, ebbene sì, abbiamo assistito di persona all’arrivo del macchinario e al suo montaggio! Nonostante ogni giorno arrivino (con i caratteristici pulmini colorati) oltre 300 persone e l’ospedale disponga di oltre 300 posti letto, non è presente un laboratorio di Anatomia Patologica. Tutti i campioni istologici vengono spediti a Dar es Salaam che dista circa 900 km. Per questo motivo abbiamo redatto un progetto per la costruzione di un laboratorio di Anatomia Patologica in grado di poter produrre vetrini istologici ma anche citologici, in particolare dell’apparato genitale femminile. Il progetto, finanziato dalla CEI, si sviluppa in due anni e prevede l’allestimento del laboratorio, la formazione del personale sanitario locale e l’installazione della postazione di telepatologia. Ad oggi abbiamo acquistato ed inviato ad Ikonda le attrezzature necessarie all’allestimento del laboratorio, purtroppo, arrivato il momento della partenza per la missione dedicata all’installazione degli strumenti, siamo stati bloccati dalla pandemia che ci ha costretti a sospendere il progetto forzandoci a rimanere in Italia. Nonostante tutto noi non ci arrendiamo! Riprenderemo il progetto non appena sarà possibile, anche perché un altro ospedale in Tanzania ha chiesto la nostra collaborazione: l’ospedale Benjamin Mkapa di Dodoma per il quale abbiamo già un progetto pronto in attesa di finanziamento. La nostra vocazione all’aiuto delle popolazioni vittime della povertà non si ferma: a causa della pandemia abbiamo incrementato la nostra attività di telepatologia riducendo il più possibile gli spostamenti fisici. Appena potremo riprenderemo tutte le nostre attività con l’energia che ci contraddistingue! Caso clinico: patologie extra- ordinarie dal progetto MwanzaDi seguito vi riportiamo un caso che abbiamo analizzato durante il nostro progetto a Mwanza presso il Bugando Medical Centre: BILL - maschio 9 anni, genitori deceduti per AIDS - condizioni generali compromesse, malnutrito, in terapia per TB - ad un miglioramento delle sue condizioni generali segue un’improvvisa riduzione dei CD4 da 500 a 300 fino a 100 e un aumento della carica virale (500.000 copie) Nello stesso anno compaiono lesioni eritematose papulo-nodulari vascolarizzate sulla mucosa gengivale mascellare sinistra, congiuntiva sinistra e cavità nasale sinistra, oltre a due piccole papule sulla punta del naso. La diagnosi clinica suggerisce un sarcoma di Kaposi, la biopsia inviata all’ospedale pediatrico “Bambino Gesù” evidenzia una proliferazione vascolare con lume irregolare rivestito da cellule endoteliali “plump” e atipiche, nuclei prominenti ed ipercromatici con aspetto “hob-nail”. Gli anticorpi anti-HHV8 rivelano la positività di quasi tutti i nuclei delle cellule endoteliali confermando il sospetto diagnostico clinico S.Kaposi angioma like. Tanzania uno sguardo d’insiemeJamhuri ya Muungano wa Tanzania. La Tanzania è uno stato dell'Africa orientale diviso in 26 regioni per un totale di 945.090 km². Conta circa 58 milioni di abitanti, la capitale è Dodoma, le lingue parlate sono inglese e kiswahili (ufficiali). Religione: cristiani 44%, musulmani 37%, animisti/credenze tradizionali 19%. L'unità monetaria è lo scellino tanzaniano. La Tanzania è uno dei paesi meno sviluppati al mondo, occupa il 151° posto su 188, secondo l'indice di Sviluppo Umano che misura il benessere sociale ed economico dei paesi del mondo (Rapporto sullo Sviluppo Umano 2015, UNDP). Confini: Uganda e Kenya (N), Oceano Indiano (E), Mozambico, Malawi e Zambia (S), Repubblica Democratica del Congo (W), Burundi e Ruanda (NW). GENERALITÀ La Tanzania origina dai territori coloniali dell'Africa Orientale Britannica; nella sua attuale configurazione politica e territoriale la Tanzania è nata nel 1964 dall'unione del Tanganica, ex colonia britannica che aveva raggiunto l'indipendenza nel 1961, e dell'arcipelago di Zanzibar, comprendente l'isola omonima e quella di Pemba, ex protettorato inglese, indipendente dal 1963. Il nome della repubblica è stato foggiato per esprimere questa fusione con il richiamo all'ex Tanganica e all'Azania, l'insieme delle terre costiere e insulari, storica unità regionale già nota ai Greci. Su questa fascia bagnata dall'Oceano Indiano è sempre avvenuta la mediazione culturale tra mondo africano e mondo esterno, a cominciare dalle epoche più remote. È soprattutto agli arabi, navigatori e mercanti, che si devono gli apporti culturali più incisivi. In epoche recenti infine si è avuta la colonizzazione tedesca cui è seguita, sino all'indipendenza, quella britannica. Il primo presidente, Julius Nyerere, uno dei più sensibili e preparati leader africani usciti dalla grande lotta anti-coloniale, ha cercato di conciliare le esigenze di uno sviluppo economico in senso moderno con il rispetto della “africanità”. La Tanzania soffre attualmente di molti problemi: l'indice di sviluppo umano la colloca verso il fondo della graduatoria mondiale. Il Piano di sviluppo quinquennale del governo tanzaniano per gli anni fiscali 2016/17-2020/21 pone l'accento sul processo di industrializzazione del Paese e la creazione di nuovi posti di lavoro attraverso investimenti privati sia locali che stranieri. Il governo del Presidente Magufuli si ripromette di rimuovere le barriere che ostacolano lo sviluppo delle imprese, e di eliminare la corruzione. Inoltre, attraverso grandi progetti (ferrovie, energia, strade, porti) intende porre le infrastrutture di base necessarie per rendere la Tanzania un paese più moderno e attraente per gli investimenti. Per approfondire la conoscenza della Tanzania si consiglia: http://www.sapere.it/enciclopedia/Tanzània.html https://it.wikipedia.org/wiki/Tanzania https://www.pharmaccess.org/wp-content/uploads/2018/01/The-healthcare-system-in-Tanzania.pdf Un approfondimento: antropologia medica in Tanzania1- Note sulla medicina tradizionale dei Wahehe Gli hehe (al plurale wahehe) sono un gruppo etnico-linguistico correlato agli Ngoni e ai Bena. Sono presenti soprattutto nella Regione di Iringa, in Tanzania, che corrisponde alla Uhehe ("terra degli hehe") storica. Al 1994 la popolazione hehe era stimata intorno alle 750.000 persone. La lingua hehe appartiene al gruppo bantu. La cura dell’uchimvi: nota sulla medicina tradizionale dei Wahehe della Tanzania http://www.archivioantropologicomediterraneo.it/riviste/estratti_13/08.pdf 2- L'albinismo in Tanzania La persecuzione degli albini africani è un fenomeno che consiste nella discriminazione, mutilazione e uccisione delle persone affette da albinismo che vivono in Africa. L'albinismo è una malattia genetica che comporta la mancanza o una forte carenza di melanina su pelle, capelli, occhi e peli. Mentre negli Stati Uniti d'America una persona ogni 37.000 è affetta da albinismo e nel resto del mondo una ogni 20.000, il tasso di incidenza è molto più alto in Africa, in particolare in Tanzania, dove una persona ogni 1.429 è albina. Tradizionalmente l’albinismo è considerato una maledizione o un tabù in Africa. Molti credono che avere un parente albino sia una punizione degli dei nei confronti della famiglia. Credenze popolari sul presunto potere magico di parti del corpo degli albini hanno portato a traffici di organi, mutilazioni, uccisioni e stupri. Per approfondire questo particolare, e tragico, aspetto della società tanzaniana: - Persecuzione degli albini africani https://it.wikipedia.org/wiki/Persecuzione_degli_albini_africani - La silenziosa caccia agli albini: ecco il tragico destino dei "Bianchi" della Tanzania https://www.curioctopus.it/read/10884/la-silenziosa-caccia-agli-albini:-ecco-il-tragico-destino-dei-bianchi-della-tanzania - Ideology and the Killing of Albinos in Tanzania: A Study in Cultural Relativities http://www.krepublishers.com/02-Journals/T-Anth/Anth-12-0-000-10-Web/Anth-12-4-000-10-Abst-PDF/Anth-12-4-229-10-659-Tanner-R/Anth-12-4-229-10-659-Tanner-R-Tt.pdf - Albinism, stigma, subjectivity and global-local discourses in Tanzania https://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/13648470.2016.1184009?needAccess=true - Singing Albinism in Global Tanzania: “Demanding” Inclusion through Music https://www.medizinethnologie.net/singing-albinism-in-global-tanzania/ - Albino – In the shadow of the sun
2 Comments
|
Archivio
December 2022
CategorieNewsletter |