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L’epidemia da Coronavirus ha spostato l’attenzione verso quella parte della sanità che è stata in grado, con immensi sacrifici, di contenere e gestire un evento inaspettato ed epocale; tutte le strutture sanitarie, in particolare quelle delle aree più colpite, sono state costrette a un’improvvisa riorganizzazione per permettere di accogliere i tanti nuovi malati, e gran parte del personale è stato ridistribuito per fronteggiare questa emergenza. In questo scenario, l’anatomia patologica si è ritrovata in piena retrovia, dato che le competenze che le sono proprie non risultavano particolarmente efficaci per fornire un contributo utile, a parte quei colleghi che si sono ritrovati a offrire informazioni sulla malattia attraverso l’esecuzione di riscontri diagnostici su soggetti deceduti per CoViD-19 (contributo peraltro tutt’altro che secondario). Chiedere oggi un vostro appoggio per sostenere APOF attraverso la donazione del 5x1000 sembra ancora più difficile e lontano dalle logiche e anche dalle emozioni del momento, ma vogliamo comunque provare a motivare la nostra richiesta, almeno nei confronti dei nostri colleghi che conoscono e capiscono difficoltà e utilità della nostra professione. APOF è stata costretta, come tutti, a interrompere vari progetti, parte dei quali in fase avanzata di esecuzione, che miravano a portare la nostra disciplina in strutture sanitarie di Paesi svantaggiati ma con un livello sanitario già in grado di mettere in pratica i benefici della diagnostica istologica e citologica; ci sono laboratori che abbiamo appena fatto in tempo a terminare di allestire che attendono di essere avviati, piani didattici per il personale locale che sono stati interrotti o non sono partiti, sistemi di telepatologia che attendevano di essere installati o collaudati, e così via. Non pensiamo che un vostro eventuale contributo sia sprecato o sottratto al finanziamento di interventi sanitari in questo momento più utili: pensiamo invece che sia una risorsa necessario a permettere la continuazione di qualcosa che merita comunque di essere realizzato una volta che sarà possibile riprendere le nostre attività all’estero. Anche l’anatomia patologica, in questi assurdi tempi, ha continuato ad operare per permettere il completamento del percorso diagnostico di tanti pazienti, in particolar modo di quelli oncologici, affinché gli effetti di un’epidemia da gestire non facesse sentire i suoi effetti anche su malati che, per quanto non colpiti dal virus, avevano comunque la necessità di essere curati, e spesso in tempi relativamente rapidi. Concedeteci ancora di portare il nostro contributo per offrire questa possibilità a chi, virus o non virus, ancora non l’ha avuta.
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November 2024
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